FESTA PATRONALE 2023

Rimandiamo il resoconto della festa (bella anche quest’anno) al prossimo foglio informativo previsto per metà ottobre, ma anticipo i RINGRAZIAMENTI per tutti i collaboratori che hanno speso tempo, energie, entusiasmo… per la buona riuscita di queste feste. A chi ha collaborato per il coro e le liturgie, per le pulizie della chiesa e l’allestimento dell’oratorio, per lo stand gastronomico, per lo spettacolo teatrale, per la raccolta delle offerte, per il mercatino di beneficenza, per portare la Madonna in processione… GRAZIE!!!







BENVENUTI IN PARROCCHIA!

 

Qualche volta mi tornano alla mente le pressanti raccomandazioni che ci faceva P. Lorenzo: “Tenete in ordine la bacheca che abbiamo messo vicino al cancello, sulla via di Bravetta. Quella è il biglietto da visita della nostra comunità”! Magari una bacheca non è tutto, ma certamente è una buona indicazione. Se è vuota e senza avvisi, dà l’impressione di una comunità che non ha niente da dire e, chi ci passa davanti, nemmeno si preoccupa di allungare lo sguardo verso il vialetto che porta alla chiesa. Ma anche se è farcita di tanti fogli, magari sgualciti, bruciati dal sole e in disordine, non suscita curiosità per nessuno, anzi suggerisce confusione, disordine, poca chiarezza di idee.

 

Invece, aveva ragione l’anziano parroco, se il passante trova un’immagine che attira la curiosità, un avviso accattivante, una proposta condivisibile, ha buone possibilità di sostare un attimo, di rendersi conto di che aria tira tra le mura di quella chiesa e, magari, si sente stuzzicato ad allungare il collo ed i piedi.

 

Memore di quegli insegnamenti, ho provato ad allargare lo sguardo attorno alla famosa bacheca e, con un certo fastidio, ho sempre notato che l’ingresso al vialetto della chiesa portava i segni del degrado. La malta dei muretti che sostengono il cancello, era deteriorata dall’umidità che saliva dal basso, le erbacce crescevano tra l’asfalto e la prima fila di mattoni, l’immondizia, che abita i nostri marciapiedi, era di casa anche vicino a noi. E’ nata così l’idea di risanare quel piccolo spazio e di renderlo decoroso. Due collaboratori generosi hanno provveduto ad intonacare il muro degradato ed io, senza pretese artistiche, ho provato a colorare quel muro, dando un tono allegro e spensierato all’ingresso della parrocchia. Chi cammina sul marciapiede incontra, dipinto sul muretto, una lunga serie di colline che richiamano la Valle dei Casali. La struttura della nostra chiesa appare subito al centro di questo spazio verde, come la meta che più ci interessa, e proprio di fronte ho messo in evidenza una grossa pergamena che porta scritto: “BENVENUTI”.

 

Sì, lo scopo del nostro intervento voleva proprio arrivare a questa scritta. Una parrocchia può custodire opere d’arte notevoli, e ce ne sono tante qui a Roma, può avere una storia più o meno accattivante, ma, se non è accogliente, si squalifica da sola. Sono andato recentemente a celebrare un matrimonio al centro, in una di queste chiese titolate, piena di addobbi e di fiori, con affreschi antichi alle pareti, e nel breve spazio di tempo che vi ho sostato, ho visto un sacrestano impegnato solo a cacciare fuori i visitatori, perché la chiesa era riservata unicamente agli invitati. Non vedevo l’ora di finire la funzione e di tornare a casa.

 

Ne siamo convinti tutti che non è sufficiente scrivere su un muro: “benvenuti” per essere comunità accogliente. Quanto cammino di conversione e quanto impegno dobbiamo vivere per realizzare quell’invito. Magari si incomincia da un cancello che rimane aperto dalla mattina presto fino a sera tardi, per dire che noi qui non osserviamo orari ridotti e questo spazio non è riservato a pochi. Una chiesa che si presenta con le porte aperte è un forte invito per entrarci. Ma l’accoglienza dei fedeli passa anche attraverso il decoro e l’ordine con cui si presentano gli ambienti. Quanto dobbiamo essere riconoscenti ai volontari che garantiscono la pulizia e la cura del verde nel nostro parco. E’ un lavoro faticoso, ma necessario, altrimenti ci ritroveremmo presto in una giungla. Come è essenziale la presenza di un gruppo di sante donne che ogni venerdì puliscono la chiesa e gli ambienti comunitari. Ci sentiremmo sicuramente a disagio nel sederci su banchi pieni di polvere e sotto a soffitti che grondano di ragnatele.

 

Ma l’accoglienza la possiamo pretendere anche dai sacerdoti che sono tenuti a farsi trovare in canonica da chi li cerca. Magari con un volto non infastidito e disponibile all’ascolto. E’ necessario che qualcuno risponda al telefono e faccia sentire che la parrocchia è aperta, perché la gente fa presto anche a spazientirsi e a lasciar perdere. Essere accoglienti come chiesa ci impegna a non girare lo sguardo davanti ai problemi delle persone. Quante famiglie in difficoltà, quanti poveri vengono a bussare e noi non abbiamo la soluzione a tutti i loro problemi. Però come è preziosa la presenza di collaboratori Caritas che ascoltano, non giudicano mai, ma provano a darti una mano. Oggi è un pacco di alimentari, domani un aiuto per fare una visita medica, un altro giorno la ricerca di un lavoro o la disponibilità per un alloggio. Lo ripeto, non risolvono tutti i problemi, ma si affiancano per lo meno al tuo disagio.

 

Noi sacerdoti ci siamo stupiti come lo scorso anno i ragazzi del catechismo, all’improvviso, si sono raddoppiati di numero. Il prossimo maggio avremo almeno 70 prime Comunioni! Sì, qualcuno ha pensato che la nostra parrocchia è fortunata perché ha la possibilità di un parcheggio interno, e forse qualche genitore ne può approfittare. Ma noi saremmo più dell’idea che le famiglie ci portano i loro figli perché trovano disponibilità ad accompagnarli, catechisti che non si risparmiano e cercano di essere coinvolgenti, iniziative che non terminano con una lezioncina, ma che si prolungano in cerimonie festose ed iniziative organizzate in oratorio. Certo il grande successo del nostro centro estivo con la presenza di 260 tra ragazzi e animatori parla di tanta fatica, di tanta generosità e di tanta festa. Anche questo è il volto bello di una chiesa che celebra la vita dei suoi figli, educandoli alla festa, alla condivisione e al servizio.

 

Allo stesso modo apprezziamo l’impegno di alcune persone che organizzano momenti di incontro e di condivisione per gli anziani del quartiere. Cose semplici, una partita di burraco e una fetta di torta consumata tra amici. Rimane però un segno di attenzione per chi è solo, per chi è alla ricerca di relazioni serene, in un ambiente famigliare. Così è simpatico partecipare ad iniziative di teatro, dove una nostra compagnia aggrega artisti locali, capaci di farci ridere anche dei nostri limiti con sketch simpaticissimi.

 

E quella scritta che dice: ”benvenuti” rimane pur sempre un invito a crescere, ad aprire le porte, ad accoglierci con un sorriso, a deporre vecchie ruggini di quartiere.

 

E quanto lavoro che rimane da fare per essere veramente una comunità accogliente. Penso al nostro oratorio che andrebbe valorizzato di più, ai giovani che vediamo così raramente e che non sappiamo come coinvolgerli, a tante famiglie che da anni sono lontane. Vorremmo dire loro: benvenuti, qui siete di casa anche voi, ma non sappiamo trovare le parole giuste.

 

Ci piacerebbe riqualificare anche le nostre domeniche, con inviti a tante persone che hanno perso la strada per la Messa e, magari, quando vengono, trovano comunità stanche, con poca animazione nel canto e poca gioia. Vedete quanto spazio di crescita c’è nella nostra parrocchia e proprio per questo abbiamo rivolto a tutti e a lettere grandi il nostro invito: BENVENUTI.

 

P. Livio


LA PRIMA FESTA PATRONALE SENZA P. LORENZO

 

Veglierà e intercederà dall’alto il nostro P. Lorenzo perché questa nostra festa, da lui tanto voluta e amata, possa svolgersi con serenità e impegno.

 

Occasione per ripartire dopo la pausa estiva con maggior vigore ed entusiasmo, questi giorni di festa che vi proponiamo offrono lo spunto per crescere nella comunione e ricordare ai più lontani e distratti che questa è la casa di tutti i figli di Dio, dove Maria ci accoglie con il suo amore di madre e ci indica la presenza del suo figlio, vivo e portatore di vita e di gioia profonda.

 

Abbiamo appena vissuto un’estate impegnativa e bella: dopo le feste per la prima comunione e per la prima confessione, il centro estivo (grest) ha coinvolto per tre settimane circa 160 bambini, più di 80 animatori e una ventina di adulti. È seguito un campo in montagna con circa 40 bambini e la presenza di un gruppetto di giovani alla GMG di Lisbona.

 

Con la festa patronale riapriamo le iscrizioni per il catechismo che inizierà ad ottobre, mese col quale riprendono tutte le attività parrocchiali e gli orari consueti delle S. Messe.

 

C’è bisogno della tua presenza e del tuo aiuto per far crescere questa comunità e realizzare quel sogno di comunione che Dio ha messo nel cuore di P. Lorenzo e, grazie anche al suo esempio, nel cuore di tanti fedeli collaboratori che ringrazio con il cuore.

 

P. Stefano Liberti, parroco