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L’ ANGOLO DELLA CARITA’ /2

Come promesso due settimane fa, vediamo oggi di conoscere più a fondo chi sono le centodiciotto persone (all’interno di quarantaquattro nuclei famigliari) che il Centro di Ascolto Caritas della nostra Parrocchia ha incontrato nel 2020.

Intanto si tratta di una popolazione multietnica: 43 sono cittadini italiani; 15 provengono da paesi dell’Unione Europea (prevalentemente dalla Romania); 8 da paesi dell’Europa non UE; 37 dall’Asia (prevalentemente Filippine e India); 9 dall’Africa (prevalentemente Egitto); 6 dall’America Latina.

Sessantotto di loro sono di genere femminile e cinquanta di genere maschile.

Per quanto riguarda l’età: 36 sono minori degli anni 18; 76 hanno un’età compresa fra i 18 ed i 65 anni; 6 hanno più di 65 anni.

La richiesta più frequente nel 2020 è stata di un lavoro, seguita da quella di un aiuto al pagamento di affitto e/o utenze. A differenza di quanto si è soliti pensare, l’aiuto alimentare non è il primo bisogno manifestato, anche se è sempre ben accettato quando le ridotte risorse finanziarie non consentono di far fronte contemporaneamente a spese per il cibo e spese per scadenze amministrative. Rispetto al passato è diminuita la domanda di vestiario specie per gli adulti. Di sicuro, anche se non viene quasi mai esplicitata in modo aperto, abbiamo potuto avvertire la richiesta di un ascolto empatico: di qualcuno cioè con cui condividere i propri problemi e non sentirsi abbandonato nel doverli affrontare.

Quali le criticità che abbiamo incontrato quando, con l’obiettivo di un approccio non assistenziale ma di promozione umana, abbiamo cercato di accompagnare queste persone ad ottenere ciò che loro spetterebbe per giustizia e non per elemosina? Anzitutto una concreta fruibilità delle misure istituzionali di sostegno, tipo Bonus Spesa e Affitto oppure Rateizzazione pagamento bollette: questo dovuto sia alla complessità (specie per i più deboli) delle procedure per accedervi, sia per la frequente presenza di lavoro in nero, di permessi di soggiorno non in regola, di assenza di contratti di locazione, di utenze non a nome di chi ne fa uso.

Quali sono le risorse che la nostra comunità parrocchiale può mettere in gioco? Per rispondere a questa domanda abbiamo bisogno del contributo di tutti: non solo di volontari che ci aiutino materialmente, ma anche di idee e suggerimenti.